Per indole personale e per motivi professionali, ho cercato di non diventare una “yes woman”… quella “professionista” che dicendo sempre di si ai clienti, ai capi, agli account manager, ai team, ai creativi etc. etc., diventa con il tempo una semplice passacarte… il suo parere diventa trascurabile, tanto dice sempre di si.
Avrei fatto sicuramente prima a partecipare a un concorso pubblico per lavorare in un qualsiasi ufficio statale (con tutto il rispetto).
Il Project Manager, traducendo letteralmente è il Manager del Progetto e deve prevederne costi, problematiche e soluzioni. Proprio per questo è costretto, a volte, a discapito dell’armonia dei team a dover dire anche dei no. Eventuali no ai designer che chiedono ferie vicine ad una importante consegna; eventuali no ai sviluppatori che chiedono tempi aggiuntivi uscendo dal budget; con estrema difficoltà bisogna dire a volte dei no anche ai clienti che chiedono modifiche al core di un progetto a pochi giorni dal rilascio… insomma non è proprio il massimo della simpatia questo Digital Project Manager 🙂
Le attività che svolge un Digital Project Manager sono parecchie. Gran parte di esse sono eseguite all’interno dell’azienda proprio per la gestione del progetto e dei team, altre invece verso l’esterno.
Il Digital Project Manager è una figura a cavallo tra il vero e proprio Manager e il Digital Problem Solver.
Solver perché quando ai colloqui ti chiedono “se pensi di avere problem solving”, ti stanno esattamente chiedendo “se un progetto sta correndo il serio rischio di creare problemi (es. di budget, in merito alle consegne, gestione dei team etc. etc.) all’agenzia e al cliente, sarai in grado di non farti prendere dal panico e di fornire soluzioni che salvino capre e cavoli?”.
La risposta in genere è “sì, certo”… fai attenzione perché avrai costantemente bisogno di capacità di problem solving.
Ok, avevo detto che il Digital Project Manager non è un passacarte, ma ne scrive tante di scartoffie.
Rapportando l’esperienza a me stessa, posso dire di essere stata fortunata. Sono in possesso di una Laurea e di un Master in campo umanistico e avendo lavorato per più di 15 anni sempre nel campo digital, ho ricoperto tutti i ruoli della scala gerarchica di un’agenzia web.
Ho iniziato come Stagista dell’Art Director di turno, poi Web Designer Junior, in seguito Senior, poi Digital Art Director Junior e Senior, poi Digital Project Manager Junior e poi Senior… fino ad arrivare a Direttore di Produzione e Digital Strategist.
Grazie a tutta questa fatica, è stata tantissima e ne vado veramente fiera, ho costruito non solo un background professionale, ma anche un metodo lavorativo, un linguaggio idoneo a comunicare con i vari team e i clienti, le competenze per intervenire “manualmente” durante i momenti di sovraccarico delle risorse, calcolo e definizione autonoma dei tempi per quanto riguarda le varie attività.
Proprio tutta quest’autonomia di gestione, mi ha portato oggi a lavorare in proprio.
Questo è un tasto dolente, ogni azienda applica un proprio valore economico alle varie figure. Quanti più clienti e progetti gestisce un Digital Project Manager tanto più dovrebbe essere pagato… questo in un mondo ideale.
Spesso si diventa Digital Project Manager per un ricambio interno delle figure professionali. Va benissimo, le aziende “devono” consentire ai dipendenti di crescere, ma non è tutto oro quello che luccica.
In una vecchia agenzia (non faccio nomi, ma ne avrei una gran voglia) ho visto Operatori Call Center diventare da un giorno all’altro Digital Project Manager, e non perché provenienti da studi di marketing o informatici.. semplicemente per risparmiare. Secondo te ha senso?
Per l’azienda sì, finge di far crescere una risorsa sottopagata, fornendole un minimo di formazione, tante responsabilità per cui non è assolutamente preparata, e un piccolo aumento di stipendio (lasciando che sia ancora sottopagata). In questo modo che bisogno c’è di pagare risorse specializzate e formate per fare proprio questo tipo di lavoro? L’importante è assicurarsi qualcuno che possa prendere bastonate dai clienti!
Secondo Randstand “Un Digital Manager o un Online Manager arrivano a guadagnare in media anche 49 mila euro all’anno, con una forbice che può variare dai 25 mila (junior) ai 76 mila euro (senior)”. Non sono d’accordo… forse queste cifre sono relative agli Stati Uniti?
Tieniti forte perché (tranne casi sporadici) ti assicuro, che un Digital Project Manager in Italia, guadagna nettamente di meno.
Fonti: Digital Problem Solving + Fonte 1 + Fonte 2
1 Comment
Non voglio più fare la digital project manager!